I viaggi di esplorazione
Spinto da ragioni commerciali ed economiche, oltre che militari e politiche, l'uomo ha scritto la storia delle esplorazioni geografiche. I mercanti egizi si spinsero nella Nubia, risalendo il corso del Nilo, poi nella Penisola del Sinai e in Siria. Per motivi quasi esclusivamente commerciali, anche i Fenici si spinsero nell'Atlantico, fondando Gadir, Cadice.
Il primo grande viaggio di esplorazione della storia effettuato per fini in particolar modo scientifici fu compiuto da Pitea, un greco di Marsiglia, che, dopo aver costeggiato la Penisola Iberica, raggiunse la Britannia e l'isola di Tule, proseguendo poi verso le coste della Germania fino a un punto imprecisato. Impresa ancor più eccezionale fu quella di Alessandro Magno che, qualche anno dopo, aprì all'Occidente la porta verso gli immensi territori dell'Oriente del quale si avevano soltanto notizie approssimative.
La progressione di queste esplorazioni geografiche fecero emergere problemi geografici fino ad allora impensati come il fenomeno del congelamento invernale dei mari del Nord, e diedero un forte impulso all'approfondimento del fenomeno delle maree e dei monsoni, consentendo più sicure esplorazioni dell'Oceano Indiano. Si ricordano, a tal proposito, gli studi di Posidonio di Apnea sulla corrispondenza fra le fasi lunari e l'andamento delle maree e sulla vulcanologia.
A partire dal II secolo, le conquiste romane permisero la scoperta dell'interno dei territori fino a quel momento inesplorati e conquistati soltanto in parte, soprattutto in Afrca e in Europa. Ecco la Britannia, la Gallia, la Germania e la Penisola Iberica e, sotto Nerone, l'Alto Nilo e il Sahara, l'Armenia e l'Arabia. Si iniziò ad avere notizie, seppur incerte, di diverse isole oceaniche come le cosiddette Isole Fortunate (le Canarie).
Fu poi il momento delle notizie sulle "vie della seta", sul Niger e di ampi laghi equatoriali al centro dell'Africa. Dopo la battuta di arresto subita nell'Alto Medioevo, le esplorazioni ripresero a partire dall'VIII secolo grazie al contributo degli Arabi che ebbero il merito di spingersi verso l'Asia centrale, la Cina e l'India.
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Passaggio a Nord Ovest e a Nord Est
La ricerca del passaggio a Nord Ovest e del passaggio a Nord Est
Nel corso del Cinquecento la rotta atlantica per le Indie orientali scoperta da Magellano si mostrò più ardua di quella che passava per il Capo di Buona Speranza, cosa che spinse alla ricerca di altre vie marittime più brevi e agevoli che unissero l'Asia Orientale e l'Europa, passando a Nord dell'America o della stessa Europa. Si trattava della "ricerca del passaggio di Nord Ovest" e della "ricerca del passaggio di Nord Est".
La conoscenza dell'Africa e dell'Asia
La graduale conoscenza dell'Africa e dell'Asia
Il cuore dell'Africa fu esplorato, insieme all'Australia, tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo. Lo scozzese Mungo Park, il tedesco Heinrich Barth e l'inglese Richard Lander sono soltanto alcuni dei primi nomi da citare tra i suoi primi esploratori.
Le Esplorazioni
Le esplorazioni che hanno portato alla scoperta di terre ignote all'uomo grazie a esploratori come Cristoforo Colombo, Marco Polo, Amerigo Vespucci e Vasco da Gama.
Da secoli e secoli l'uomo va alla ricerca di nuovi Paesi per motivi militari, economici, politici e scientifici: nel secondo millennio a.C. i Fenici si spinsero sino alla Spagna e all'Africa, nel quinto secolo a.C. il cartaginese Annone guidò una spedizione che portò fino al Golfo di Guinea. Grazie ad Alessandro Magno si ebbero conoscenze geografiche dell'Asia.
I Viaggi degli Esploratori
I viaggi degli esploratori
All'epoca dei Romani e dei Greci era quasi impensabile riuscire a conoscere territori lontani da quelli in cui essi avevano le proprie radici; il campo delle conoscenze si ampliò solamente con le prime esplorazioni: Alessandro Magno, per esempio, arrivò nel Nord dell'India spingendosi addirittura fino all'Asia centrale e dunque verso quello che allora era ritenuto l'ignoto.
Le Scoperte degli Esploratori
Le scoperte degli esploratori
Sul finire del Duecento Marco Polo ebbe il merito di farci conoscere l'Estremo Oriente per mezzo del suo lungo viaggio intrapreso alla volta dell'Asia (rimase in questi territori per più di quindici anni, in seguito ai quali ritornò a Venezia); Bartolomeo Diaz, circa duecento anni più tardi, cominciò i suoi primi viaggi passando per il Sud delle coste africane fino a doppiare Capo di Buona Speranza, in Sudafrica, nonchè estremità meridionale della Penisola del Capo.
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